Whoopi Goldberg nella bufera: le sue ultime affermazioni in tv fanno discutere

L’argomento Olocausto non è mai un tema semplice da affrontare. Non si tratta di “politically correct” o di atteggiamenti benpensanti, quanto piuttosto di una criticità intrinseca alla stessa vicenda storica, il più grande crimine contro l’umanità mai perpetrato nella storia. Proporre una lettura più profonda sul tema davanti alle telecamere di un talk show rischia di essere un boomerang di contraddizioni: proprio questo è successo all’attrice e conduttrice Whoopi Goldberg, il cui intervento sul tema dell’Olocausto, durante lo show di ABC The View, ha sollevato un polverone mediatico.

“Siamo onesti, perché l’Olocausto non c’entra con la razza“. Questa è la controversa dichiarazione sotto inchiesta, che l’attrice newyorkese, al secolo Caryn Elaine Johnson, ha pronunciato con insistenza e convinzione. L’opinione di Goldberg è emersa nel corso di una discussione sulla recente decisione di un distretto scolastico del Tennessee di bandire il romanzo a fumetti di Art Spiegelman Maus, la prima graphic novel a vincere il Premio Pulitzer, nel 1992. L’opera (il cui titolo originale è Maus: A Survivor’s Tale) è ambientata nella Seconda Guerra Mondiale e rielabora i racconti del padre di Spiegelman, sopravvissuto alla reclusione nei campi di concentramento.

“No, non ha a che fare con la razza”, ha insistito l’attrice: “Ha a che fare con la crudeltà dell’uomo verso i suoi simili“. La sua tesi ha subito attirato le risposte delle colleghe ospiti del programma The View. La stratega politica e commentatrice Ana Navarro ha subito controbattuto: “Ma ha a che fare con la supremazia bianca. Ecco con cosa c’entra, con la persecuzione degli ebrei e degli zingari”. La discussione è stata breve ma intensa, fino al suo epilogo, dettato da Goldberg, che ha chiamato uno stacco pubblicitario con fare imbarazzato. Ma è possibile andare al di là dello scandalo?

È semplice condannare l’attrice, come in molti hanno già fatto sui social network, per quella che sembra un’affermazione affrettata, soprattutto sul palcoscenico televisivo. Ma la realtà è sempre più complessa di quello che sembra e la sua argomentazione apre, in potenza, un discorso critico derivante, tra l’altro, dal membro di una minoranza sociale a sua volta oggetto di discriminazioni: quella afroamericana. “Nel momento in cui il tema verte sulla razza, si sviluppa in quel solco – ha argomentato Whoopi Goldberg – Parliamone per quello che è. Si tratta di come le persone si trattano a vicenda. È un problema. Non importa se sei bianco o nero, perché bianchi, neri, ebrei, italiani, tutti si divorano a vicenda“.

Quella che sembra una pericolosa esternazione, soprattutto in televisione, è in realtà una prospettiva sul tema che può certamente alimentare un dibattito attuale. Spostando la questione dalla razza all’umanità in senso lato, Goldberg ha cercato di stimolare una riflessione che andasse al di là del ruolo razziale dei prigionieri dei campi nella società dell’epoca. Ma una riflessione del genere avrebbe richiesto inevitabilmente un confronto molto più ampio e approfondito di quello che Whoopi Goldberg ha avuto la possibilità di affrontare nello studio televisivo di un talk show statunitense.